di Maria Vaccaro
Mi sono chiesta tante volte durante questa didattica a distanza come fare per vivere e affrontare le emozioni dell’emergenza coronavirus con i bambini. La risposta l’ho trovata subito: viaggiare con la fantasia e creare con le mani.
Scrive Melania Longo: “Nella Grammatica della Fantasia [Einaudi Ragazzi, 2012], Gianni Rodari racconta di come, per noi adulti, gli oggetti che abbiamo in casa, ad un certo punto, diventino invisibili; cominciamo a servircene in maniera automatica, senza farci più caso. Per un bambino, invece, esiste una fantastica casalinga per la quale un tavolo si trasforma in un tetto, sotto il quale accucciarsi e sentirsi al sicuro; una sedia è interessante perché la si può spostare oppure rovesciare. A volte, diventa un varco da attraversare per raggiungere chissà quale altrove. Ogni oggetto si rivela come un attaccapanni della fantasia, materia prima per conoscere il mondo attraverso l’osservazione e l’emozione, quell’emozione di sorpresa e meraviglia che gli offre appigli per giocare a cercare e creare altri mondi paralleli a quello reale. Per i bambini, anche le cose che a noi adulti possono sembrare irrilevanti, sono approdi invitanti da cui iniziare un viaggio per fare incredibili incontri.”
È da questo meraviglioso pensiero che sono nate molte delle attività che ho proposto ai bambini delle classi seconde A e B della Scuola Primaria Lagomaggio durante la DAD:
- Visto che quest’anno ricorreva il centenario del grande maestro Gianni Rodari ci siamo immersi nella lettura de “I viaggi di Giovannino Perdigiorno” e ci siamo soffermati “Nel Paese degli uomini di carta”. Ogni bambino ha immaginato e realizzato con materiali di diverso tipo il proprio Paese di carta e qualcuno addirittura ha reinventato la storia. Le opere successivamente sono state pubblicate sulla piattaforma WeSchool, si è indetta una gara artistica e gli alunni stessi hanno votato l’opera più bella, una per classe. I vincitori hanno ricevuto direttamente a casa il libro di Giovannino Perdigiorno.
- Un’altra attività proposta è stata l’Eyebombing, cioè l’arte di dare vita agli oggetti inanimati. Attività che ha stimolato tantissimo la fantasia dei bambini, sfociata anche questa nella realizzazione di un racconto.