A ogni bambino, che in un sasso vede il mondo.
I.C.Felline
PREMESSA:
Come team docenti siamo convinte che l’identità può e deve diventare fin dai primi anni di vita oggetto di attenzione e di intenzione pedagogica da parte della scuola, per permettere ai bambini di scoprirsi, di raggiungere una positiva immagine di sè stessi e di creare relazioni positive con gli altri, il tutto attraverso la predisposizione di una metodologia mirata e con strumenti appositamente predisposti allo scopo.
Il processo di formazione dell’Io del bambino si forma attraverso una molteplicità di esperienze e con l’utilizzo di più linguaggi da quello corporeo a quello manipolativo, grafico e artistico, da quello ludico a quello verbale espressivo fino a quello affettivo che permettono al bambino di confermargli la propria identità al di fuori di sé, anche oltre il proprio corpo e facendogli intuire una complessità umana, un sè psicologico e un sé ideale.
Il lavoro sull’identità non può infatti prescindere dalla storia e dalle origini del bambino di cui lui è portatore come non può scindersi dall’affrontare il discorso delle emozioni. Si tratta di un lavoro complesso e affascinante in cui ciascuno si guarda bene dentro, si specchia e si riconosce come unico e speciale, ma anche come parte di un qualcosa di più grande; l’io che diventa noi. Questo noi è la scuola con tutti i suoi attori. Infatti anche noi come insegnanti dobbiamo riflettere sull’identità della nostra scuola, quest’anno più di altri anni dobbiamo ripensarci e lo dobbiamo fare, alla luce delle tante possibilità che la scuola di nuova istituzione, nella quale ci siamo trasferite da settembre 2016, ci offre.
Un doppio processo ma entrambi di crescita ed entrambi da condividere insieme.
In questo percorso non saremo soli ma ci sarà la preziosa guida di un testo narrativo “Come i sassi” dell’autrice Isabella Cristina Felline e l’ausilio dell’esperto Giuseppe Pecci.
PERCHE’ PARLARE DI SASSI:
Il sasso è semplice come semplice si pensa sia un bambino, ma è solo un’illusione, entrambi raccontano molto di più, entrambi sono tanti e diversi, con sfumature e caratteristiche uniche, con un sasso si possono fare tante cose e un bambino se ben accompagnato può stupirti per sapienza e capacità.
Quanti tipi di pietre esistono? Quanti tipi di persone? Quanti punti di vista?
Il testo è stato scelto perché apre tante finestre, tante domande e lo fa con la forza della parola e con quei modi di dire che sono diventati parte del nostro linguaggio e dell’immaginario comune.
Sono dei veri e propri giochi di parole:
dal sassolino nella scarpa inteso come qualcosa che ci dà fastidio, che ci ostacola, alla durezza e pesantezza del cuore di pietra e ovviamente al suo contrario…avere il cor leggero, fino alle ingiustizie che ci accadono: ha lanciato il sasso e ha nascosto la mano!!! per arrivare a qualcosa da dimenticare o da perdonare..mettiamoci una pietra sopra..per non parlare dello stupore che spesso la vita ci offre…sono restato di stucco anzi di sasso! Oggi mi sono vergognato, oggi sono stato la pietra dello scandalo, oggi mi sono comportato come un primitivo, come uno dell’età della pietra. Sono stanco morto avrei voglia di dormire come un sasso, questa mattina insieme agli amici a scuola ho iniziato un gran lavoro ..ho posato la prima pietra…ecc
Con queste premesse inizia il nostro lavoro…
IL NOSTRO PERCORSO:…UNA STRADA DI SASSI…
Come Pollicino abbiamo camminato seguendo i piccoli sassolini bianchi che con semplicità ci hanno indicato la strada e proprio come avviene nelle fiabe lungo il percorso abbiamo incontrato tanti personaggi: in primis il nostro ormai storico esperto Giuseppe Pecci e il suo “Dottor Gransasso Stone” gemmologo e inventore, da qui l’idea di realizzare un piccolo laboratorio di osservazione scentifica, attiguo all’aula e sempre a disposizione dei bambini, poi abbiamo vissuto esperienze laboratoriali con l’argilla, la sabbia e le tessere da mosaico. Abbiamo osservato con super lenti d’ingrandimento le pietre e i sassi fino arrivare alla realizzazione di uno scrigno per contenerle. Abbiamo fatto i falegnami per costruire la base di una grande montagna fatta di sassi e a fine anno realizzeremo un albero con le tessere di argilla che abbiamo creato nei laboratori in onore del pedagogista G. Zavalloni al quale sarà intitolato il nome della nostra scuola da settembre 2017.
Poi è arrivata la scrittrice Isabella Cristina Felline che con il suo libro ha dato spunto a riflessioni su di noi, su come siamo e su come ci relazioniamo con il mondo che ci circonda. Dai modi di dire, ai modi di essere, ai modi di fare… un viaggio nelle parole e sulle parole ma soprattutto un viaggio di scoperta. Insieme siamo partiti per il paese dei sassi con tanto di passaporto. Giornate speciali che ci hanno emozionato e hanno allargato i nostri orizzonti, regalandoci nuovi saperi, maggiore sensibilità nei confronti dell’argomento lettura…leggere è fondamentale e ascoltare bei libri letti ad alta voce da un adulto consapevole aiuta i nostri bambini e li rende più capaci e più forti, in grado di resistere meglio agli urti della vita e di coglierne la bellezza. Come insegnanti da sempre leggiamo ai nostri alunni e le parole di Isabella hanno ulteriormente aumentato la nostra consapevolezza e convinzione portandoci a letture più frequenti e di sempre maggiore qualità.
Leggere a un bambino vuole dire saper trasmettere insieme alla storia prescelta, un proprio modo di essere e di sentire. E’ l’autenticità dei sentire l’elemento che rende indimenticabile l’esperienza. Abbiamo letto e riletto tante storie cercando di legarle al progetto: da Pollicino ai Due mostri, dal Paese delle piume e il Paese dei sassi a Federico e il Gigante gentile e tante tante altre..per arrivare ad aumentare le competenze linguistiche e consolidare l’intelligenza narrativa per giungere infine a sviluppare la capacità d’ascolto e acquisire la progressiva dilatazione del tempo di attenzione.
La festa di fine anno con il Luna park di Petra ha permesso di cogliere il lato giocoso e ludico dello stare insieme, 10 giochi legati alla parola sasso..dalla settimana al tris passando per il bowling a un percorso “labirinto”, ecc..all’interno del giardino della scuola. Un incontro festoso e piacevole fra maestre, bimbi e genitori.
Infine durante l’uscita di fine anno abbiamo incontrato Gianpiero Semeraro guardia forestale ed esperto naturalista che ci ha condotto nei luoghi e negli habitat del fiume Marecchia, abbiamo camminato per sentieri sconosciuti a noi bambini e gente di mare e di città facendoci incontrare tanti animali, osservare piante nuove e ormai rare e soprattutto abbiamo ascoltato i suoni della natura con un’attenzione particolare. Il letto del fiume si è trasformato nel luogo di una gara a tiro il sasso con tanto di premiazione finale, i sassi erano grandi e bianchi lisci e ovali e creavano un tappeto duro e candido quasi lunare. “Faccio un po’ attenzione perché se no mi bagno nel gioco affascinante del sasso nello stagno. Il gioco semplicissimo ma certo non banale nasconde un gusto atavico quasi primordiale. Lancio dopo lancio e passo dopo passo mi attira e poi mi incanta il fascino del sasso…”
Giornata che ha concluso perfettamente il percorso di un anno scolastico.
LA METODOLOGIA
Abbiamo deciso di lavorare per laboratori per rispondere al bisogno dei bambini di FARE e rifare e per assecondare la loro necessità di esplorare la realtà. I bambini conoscono se stessi e il mondo che li circonda attraverso le mani e i sensi, attraverso attività coinvolgenti e giocose in uno spazio di relazioni e incontri significativi. Laboratorio quindi come luogo della curiosità, della scoperta e del fare concreto per stimolare l’autonomia e valorizzare l’immaginazione e la creatività del bambino, raggiungere più sicurezza in se stessi ed acquisire nuove competenze. In questo processo di crescita siamo state accompagnate dalle mani esperte e dalla instancabile fantasia di Giuseppe Pecci.
foto 2017