La Shoah e i nostri bimbi di prima

di Elisabetta Fattori

Non è facile parlare di Shoah a bambini di sei anni. Anzi… è molto difficile. Mi sono chiesta se affrontare l’argomento, soprattutto in un anno scolastico così particolare e già pieno di difficoltà legate all’emergenza Covid, per le quali i bambini vivono già non poche ansie. Ho riflettuto sull’ importanza, infatti, considerata la fragilità tipica dell’età, di come evitare di creare forti suggestioni attraverso immagini e pensieri dolorosi sul tema della Shoah. Ho  infine condiviso con i miei colleghi che era giusto e doveroso, ma che avremmo fatto un lavoro “di sponda”.

Partendo, quindi,  dall’attività di educazione civica già iniziata, abbiamo invitato e guidato i nostri bimbi a riflettere  sul significato di amicizia, sull’uguaglianza, sul rispetto dell’altro – al di là della diversità fisica o di opinione o di nazionalità – ,sul volersi bene, sulla fiducia nell’altro.

Con le classi 1^A e 1^B abbiamo iniziato a riflettere sul significato amicizia.

In questo sono stati di aiuto tre video simpatici, ma ricchi di significati:

L’agnello rimbalzelloPennuti spennatiParty Cloud       

Guidati da alcune domande, abbiamo coinvolto i bambini in un’attività brainstorming :

  • Proviamo a ripetere la storia con le parole.
  • Che cosa succede al protagonista?
  • Come si comportano gli altri? Perché lo fanno secondo te?
  • Cosa succede se qualcuno viene preso di mira?
  • Ti è capitato qualche volta? Come ti sei sentito?
  • Come si può evitare che queste cose accadano?
  • Pensi che questa cosa succeda anche tra gli adulti? Ne hai sentito parlare qualche volta?

Nonostante gli anni di esperienza, rimango sempre sorpresa di quanto possano essere numerosi e incisivi gli interventi, le idee e i racconti dei bambini, seppur così piccoli!

Guidati delicatamente sono arrivati all’argomento “guerra” e alla fatidica domanda: “Maestra, ma perché fanno le guerre?”.

Partendo da esempi di loro vissuti  – “anche voi bambini litigate e a volte vi picchiate, perché uno vuole comandare sull’altro, vuole decidere solo lui…” –   succede anche fra gli adulti e persone potenti di voler comandare sugli altri e quindi può scoppiare una guerra fra diversi popoli.

“C’era una volta”… E così viene raccontata brevemente la seconda guerra mondiale , schermandoli dall’orrore della tragedia di quel periodo, ma cercando di spiegare e infondere loro dei valori.

Introduciamo, “in punta di piedi”, il significato di Shoah e del “Giorno della memoria” e, sempre con il brainstorming, i bambini, raccontando i loro vissuti, arrivano alla conclusione che bisogna ricordare i propri sbagli, bisogna “averne memoria” per non ripeterli più.

A questo punto proponiamo la visione del video “Musetta e Flonflon”, la storia di due bambini che si vogliono molto bene e giocano sempre insieme. Scoppia la guerra: il papà di Flonflon deve partire e lui non può più giocare al ruscello con Musetta perché il filo spinato glielo impedisce. 

Qui la nostra funzione principale è quella di rassicurare e rendere importante lo sbocco positivo del racconto. Quel recinto di filo spinato diventa, così, un recinto verde pieno di fiori nel quale i due amici, finita la guerra, tornano felici a giocare.

Il 27 gennaio, “Giorno della memoria”, abbiamo invitato i nostri bambini a qualche minuto di silenzio nel guardare scorrere le immagini di Musetta e Flonflon e…all’improvviso nell’atrio si eleva una musica! 

Il collega Antonio Gargano ci ha fatto un dono: con lo strumento “filicorno soprano” ha eseguito il brano da lui arrangiato “Variazione Theme From Schindler’s List”.

Sorpresa e tanta emozione!

I bambini hanno collaborato nella realizzazione di uno striscione con cui hanno sfilato in giardino:

AMICIZIA  È  AMORE… AMORE  È  PACE!

Grazie alla collaborazione e al supporto dei colleghi Antonio Gargano e Simona Papasidero, e alla disponibilità di Chiara Capotosto, Donatella Sanfilippo e Linda Tiraferri, questa attività, di pochi giorni ma intensa, si è trasformata in un piccolo progetto comune alle classi prime.