Attualmente le tecnologie di stampa 3D offrono soluzioni versatili e adatte a una vasta gamma di applicazioni nel settore della prototipazione e della produzione industriale.
A livello amatoriale, le stampanti 3D sono diventante meno costose, più affidabili e un po’ meno complicate da usare.
Sebbene molte scuole abbiano acquistato delle stampanti 3D negli ultimi anni, il loro utilizzo nella didattica rimane piuttosto ostico per diversi motivi.
Prima di tutto si deve partire da un disegno tridimensionale. Con i bambini della scuola primaria è possibile usare la web app Sugarcad, messa a disposizione delle scuole italiane dall’INDIRE. Sugarcad permette di realizzare semplici disegni in 3D su PC o tablet. I miei alunni di quinta ne hanno compreso subito l’utilizzo. Sono disponibili dei tutorial su YouTube.
La seconda fase consiste nell’importare il disegno 3D in un programma chiamato slicer. Lo slicer progetta e mostra come avverrà la stampa, presentando gli spazi pieni e vuoti all’interno dell’oggetto. Fornisce anche dettagli sui tempi di stampa. Va configurato con il modello della stampante 3D da utilizzare e con la risoluzione di stampa che si vuole ottenere. Il file generato dallo slicer contiene le istruzioni per far muovere la stampante, per gestire le temperature di piatto ed estrusore, e per comandare l’estrusione del filamento. Questo file va quindi eseguito sulla stampante, o copiandolo su una scheda SD/chiavetta USB da inserire nella stampante, o inviandolo via rete.
La terza fase consiste nell’attivare la stampante 3D e nel procedere con la stampa dell’oggetto. La maggior parte delle stampanti didattiche usa un filamento in PLA, un materiale plastico di orgine vegetale che viene estruso a circa 200 gradi senza formare vapori tossici. Le stampanti didattiche sono comunque generalmente chiuse. Una bobina di PLA costa circa 20 euro e permette di stampare parecchi progetti.
Grazie al finanziamento delle STEM abbiamo acquistato una CampuSprint 3, una stampante 3D didattica che è arrivata già montata in tutti i suoi componenti e che è abbastanza semplice da gestire per quanto riguarda l’allineamento del piatto, l’inserimento del filamento, ecc.
I miei alunni di quinta hanno avuto il compito di disegnare con Sugarcad un ciondolo con le loro iniziali o formato da una base con simboli e parole. Li ho lasciati molto liberi nella fase di progettazione e si sono mostrati veloci e abbastanza originali. Con circa due ore nel laboratorio di informatica, ogni bambino ha potuto realizzare il suo progetto. Ovviamente ho dovuto controllare tutti i progetti e fare qualche correzione.
Non ho coinvolto i bambini nella fase di slicing e di avviamento della stampante, ma hanno potuto seguire le fasi di stampa. Stampati tutti i loro progetti con un filamento bianco, li hanno decorati con i pennarelli indelebili. Alcuni li hanno utilizzati come ciondoli, altri li hanno attaccati alla cerniera dello zaino con un anello di metallo, alcuni li hanno regalati alla mamma o a un’amica.
Dopo questa esperienza posso affermare che lavorare con la stampante 3D è sicuramente entusiasmante. Tuttavia sono necessarie competenze grafiche e tecniche specifiche, quindi occorre dedicare tempo alla formazione o all’autoformazione.
Inoltre i tempi di stampa sono molto lunghi: ogni progetto ha richiesto circa 25/30 minuti per la stampa e nella mia classe ci sono 26 alunni. Sono state necessarie circa due settimane per stampare i vari progetti.