Ascoltati i testimoni dell'accusa (una donna rimasta vedova e senza figli dopo la battaglia di Canne e un uomo che ha visto la distruzione dei templi operata dall'esercito cartaginese) e i testimoni della difesa (la sorella di Annibale ha ricordato l'uccisione dei due fratelli Asdrubale e Magone da parte dei Romani e uno dei suoi fidi generali ne ha ricordato il coraggio e l'abilità da stratega) la giuria l'ha dichiarato colpevole di alcuni capi d'accusa (distruzione di luoghi sacri).
Tenendo conto dell'età avanzata, Annibale è stato condannato agli arresti domiciliari e gli è stato imposto di coltivare un pezzo di terra e donare il ricavato alle vedove di guerra.
Laboratorio di storia realizzato dall'insegnante Natascia Girometti con la quinta A di Lagomaggio.
processo-ad-Annibale